Una visione ribaltata del concetto di vacanza nell’interesse comune
Nel 2016 le Case Valdesi hanno aderito all’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), nata nel 1998 a seguito di alcune riflessioni critiche sul turismo in Italia maturate da un gruppo di persone che oggi si potrebbe definire pionieri.
Turismo Responsabile
Il Turismo Responsabile ha molte declinazioni che non è semplice riassumere in poche righe. Ci può aiutare, per cominciare, la mission di AITR: “[…] Favorire la positiva interazione tra comunità locali, viaggiatori e operatori turistici”.
Overtourism
Siamo ormai abituati a subire un turismo troppo spesso irriguardoso nei confronti dei territori e dei loro abitanti. Alcuni esempi:
- città d’arte prese d’assalto e bistrattate in coincidenza di grandi eventi o periodi particolari;
- località di mare e di montagna che si popolano all’inverosimile per brevi periodi cadendo nell’oblio durante il resto dell’anno, quasi avessero perso di significato e bellezza;
- operatori e operatrici del turismo sottoposti a ritmi di lavoro insostenibili durante i picchi di lavoro;
- flora e fauna minacciate da flussi turistici fuori dalla norma e incontrollati.
L’elenco è lungo ed è racchiuso in una parola, overtourism, che l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) definisce come “l’impatto negativo che il turismo, all’interno di una destinazione o in parte di essa, ha sulla qualità della vita percepita dai residenti e/o sull’esperienza del visitatore”. Già, il visitatore.
Turisti stressati
Spesso i viaggiatori e le viaggiatrici, incastrati nei meccanismi sopra descritti, tornano a casa più stressati di prima perché costretti a condividere spazi, tempo e risorse con più persone del dovuto.
Le conseguenze
Questi squilibri hanno portato nel corso degli ultimi decenni allo spopolamento e all’impoverimento di alcune aree o quartieri con la conseguente chiusura delle attività locali.
Nelle cittadine e nei centri minori, sparite le persone e le attività, sono state spostate o drasticamente ridimensionate le infrastrutture e i servizi: gli asili e le scuole, le stazioni ferroviarie, i mezzi pubblici, i centri di aggregazione sociale, gli ospedali.
Nelle città d’arte i centri storici sono stati invasi da turisti “mordi e fuggi”, che per definizione (senza cattiveria) non hanno a cuore i luoghi che visitano né i loro abitanti; semplicemente si accontentano di veloci tour preconfezionati. Può accadere di fare visite-lampo quando si ha poco tempo a disposizione e ci si trova “in zona”; non c’è nulla di male e può essere un modo per scoprire luoghi in cui ritornare con più calma. Ciò che non va bene è il turismo così concepito e strutturato.
Perché si è giunti a questa situazione?
Fondamentalmente perché le comunità locali non sono state messe al centro; perché gli operatori della filiera del turismo non hanno dialogato a sufficienza tra loro allo scopo di creare un’offerta che valorizzi interamente il territorio: perché i turisti non sono stati coinvolti e informati nel modo migliore, non li si è accolti in qualità di (con)cittadini temporanei, in vacanza ma responsabili e consapevoli.
L’ambiente
AITR ha pubblicato nel corso degli anni Le Carte di Turismo Responsabile, ricche di consigli pratici e spunti di riflessione per organizzare viaggi nell’ottica della responsabilità, del rispetto delle comunità ospitanti e dell’ambiente, con l’intento di “prolungare” le esperienze una volta tornati a casa.
Per le Case Valdesi e per la Diaconia Valdese, il tema della salvaguardia dell’ambiente è centrale. Per il turista responsabile, una vacanza sostenibile passa anche dalla scelta ragionata della struttura in cui pernottare.
Le Case Valdesi hanno attivato una campagna di sensibilizzazione in divenire rivolta a tutte e tutti, ma in particolare agli ospiti e alle ospiti, nella quale sono descritte le azioni e le buone pratiche messe in atto o in fase di progettazione nelle strutture ricettive. Gli ospiti sono invitati a dare il proprio contributo con piccoli gesti e attenzioni. Le Case Valdesi sono presenti nel Catalogo dell’Ospitalità Responsabile di AITR.
Il nostro augurio è che questo approccio diventi una filosofia di turismo e di vita condivisa, con lo sguardo rivolto alle generazioni future.
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